domenica 8 novembre 2009

Arcodamore.

Alla fine l'equilibrio interiore non è da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne allontaniamo.

come se tutta questa pioggia fosse intensificata per un momento. come se dovesse arrivare ora un finale a cinque stelle che s'impregna di infanzia e qualche colore così, a caso. a volte ti capita di fermarti troppo spesso e di cercare di capire perché ci fermiamo quando il semaforo è rosso e perché camminiamo quando il semaforo è verde. Sono convenzioni, mi ripeti, è stato qualcuno che ha deciso che il rosso è il colore più forte, è quello che diventa sinonimo di male di sbagliato di. mentre il verde, che è quello dei prati e del maglione di Aidi è più dolce, più semplice, più guardabile, più mobile. e l'hai deciso tu, l'abbiamo deciso insieme i nostri occhi ci permettono di capire la forza dei colori e. tutto il resto.
Come l'equilibrio interiore, come la notte atomica, come le ciminiere e come l'estate lontana e fredda che incomincia a farsi sentire. tra le vene, e tutto ciò che potrebbe arrivare al tuo cervello.
Perché sono una sbagliona, come avevo scritto a qualcuno un po' di tempo fa. Sono Alice la Sbagliatrice, e sbaglio e non me ne accorgo oppure me ne accorgo ma faccio finta di niente.
Come quando si fanno le equazioni e sono sicura di conoscere le regole, le ho studiate trecentocinquantadue volte e quindi sono sicura di saperle bene, i termini opposti si elidono e le ics vanno da una parte e i termini noti dall'altro. ma sbaglio i calcoli, le banalità che tanto odio diventano mie nemiche. un tre per sei diventa tredici e così arrivo alla fine e la prova viene sbagliata. ed è tutta colpa mia, non del libro che spiega male o del tempo che fa. è soltanto colpa mia, mia e della mia testa che pensa a tutto tranne a quello che deve fare.

Vorrei sapere dove sei questa notte, mentre qui sono le quattro e non riesco ad addormentarmi. Vorrei sapere cosa stai facendo e con chi sei, e che faccia hai, se ti ho già incontrato o ci siamo solo sfiorati qualche volta, se siamo sempre stati distanti senza il minimo punto di contatto. Vorrei sapere se ci incontreremo e quando. Se ci incontreremo troppo tardi o appena in tempo, o ci incontreremo ma non riusciremo neanche a capire che eravamo noi e quanto eravamo importanti uno per l’altra. Io credo che ti riconoscerei subito, anzi sono sicura. Mi basterebbe guardarti negli occhi un attimo per capire chi sei tu, o solo guardarti entrare in una stanza. Mi basterebbe un secondo, o meno. Però adesso dove sei? Adesso che sono così sola triste e senza speranza, dopo tutti questi uomini vili e freddi e mammoni e indifferenti e sadici e semplicemente sbagliati? Dove sei? E ci sei, poi?